Risparmi ai massimi storici nei conti correnti degli italiani e dal 2022 limite alle transazioni che passa da 3000€ a 1000€ (per tentare di ridurre l’evasione).
L’accoppiata perfetta per trasformare finalmente il risparmio in investimenti.
I tassi d’interesse sono ai minimi storici, l’inflazione europea è la più alta da novembre 2011 (in USA addirittura è la più alta dai tempi di Regan, negli anni ’80) e i risparmi non sono riusciti a generare un reddito significativo dalla crisi finanziaria globale.
Nonostante ciò, molti risparmiatori guardano ancora direttamente alla banca quando accantonano i loro risparmi ogni mese. Infatti, un recente sondaggio su risparmiatori e investitori europei ha rivelato che solo tre uomini su dieci e solo una donna su cinque investono regolarmente.
Pur essendo il contante essenziale per obiettivi a breve termine e per le emergenze, il suo potere d’acquisto si sta gradualmente erodendo nell’attuale contesto economico. Per generare reddito ed evitare il rischio di inflazione, i risparmiatori devono pensare di farsi carico di un livello maggiore di rischio.
La Piramide dei Bisogni Finanziari, ad esempio, ci insegna che – dopo essersi assicurati un “cuscinetto” di liquidità per le emergenze e aver protetto il capitale umano tramite prodotti assicurativi – possiamo pensare a far crescere i nostri risparmi attraverso l’investimento finanziario.

Quando è il momento di investire?
- Quando l’interesse che si ottiene sui conti correnti è inferiore al tasso d’inflazione, perché in questo caso si stanno perdendo soldi in termini reali
- Quando si ha liquidità extra, di cui non si ha bisogno nel breve medio termine (< 3 anni): a lungo termine, infatti, gli investimenti battono senza dubbio i contanti di un margine significativo
- Inoltre, è possibile ridurre il rischio di investimento adottando un approccio a lungo termine, investendo in una serie di opportunità diverse (diversificazione), magari facendosi seguire da un Consulente Finanziario Indipendente (non legato a banche o istituti di credito).
Bassi tassi d’interesse e rischio d’inflazione
I depositi in contanti sono liquidi, protetti e non influenzati dalla volatilità del mercato azionario. Tuttavia, non sono certo privi di rischi. Mentre i depositi fino a 100.000 euro sono garantiti dalla legge UE in caso di fallimento delle banche, non c’è protezione contro una minaccia di cui nessuno parla: l’inflazione.
A fine 2021 l’inflazione della zona euro è salita al 4,8%, raggiungendo il livello più alto in questo decennio. Questo valore è ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della BCE. Le opinioni divergono sul fatto che l’inflazione sia transitoria o che sia destinata a rimanere. Qualunque sia l’esito del dibattito, qualsiasi grado di inflazione (per quanto piccolo) si traduce in perdite per i risparmiatori nell’attuale contesto di bassi tassi, con la BCE che ha tagliato il suo tasso di riferimento allo 0% ormai nel marzo 2016.
Per intenderci: un tasso di interesse basso significa poter prendere in prestito denaro a costo (quasi) zero. Denaro che un privato cittadino può utilizzare per fare spese o acquistare una casa, ad esempio.
Ma anche denaro che un’azienda può richiedere per effettuare investimenti in macchinari, ricerca e sviluppo, internazionalizzazione. E se l’azienda cresce, cresce il valore delle sue azioni. E noi, acquisendole, beneficiamo di questa crescita!
Il risparmiatore europeo conosce dolorosamente l’effetto erosivo che può avere l’inflazione quando i tassi d’interesse sono bassi. Negli ultimi 10-15 anni, ci sono stati solo 14 mesi su 120 in cui i tassi d’interesse hanno superato il tasso mensile d’inflazione (Figura 1). In altre parole, i risparmiatori hanno perso soldi (in termini reali) quasi ogni mese durante questo periodo.

La ricerca del reddito
Che si tratti di pianificare la pensione, costruire un deposito per una casa o finanziare le tasse scolastiche o universitarie, gli investimenti che generano reddito possono aiutare gli investitori a raggiungere i loro obiettivi. Definite dunque le proprie necessità di reddito, diventa fondamentale per l’investitore esaminare i modi in cui i rendimenti degli investimenti e i pagamenti di reddito possano facilitare le tappe essenziali al raggiungimento degli obiettivi, coprendo al contempo le passività. E per affrontare queste fasi della vita, considerando che per il prossimo futuro il contante probabilmente resterà una fonte di reddito poco attraente, potrebbe essere necessario virare verso attività più rischiose.
Da risparmiatore a investitore
Storicamente, gli investimenti azionari e a reddito fisso hanno superato significativamente il contante nel lungo termine, offrendo un’alternativa attraente per i risparmiatori che cercano reddito e opportunità di crescita del capitale.
Ad esempio, il rendimento annuale medio di S&P500 Index nell’ultimo secolo è stato di circa il 10-11%. Rettificato per l’inflazione, questo equivale ancora a circa il 7%, netto.
La Figura 2 traccia la performance di varie classi di attività nel tempo, illustrando il costo opportunità associato al tenere troppo del proprio patrimonio in contanti.

Navighiamo nel rischio
Comprensibilmente, può essere psicologicamente difficile superare la paura di mettere a rischio il capitale.
Quando è stato chiesto di spiegare perché avevano evitato di investire in passato, quasi 3/4 delle donne non investitrici e circa il 67% degli uomini non investitori hanno dichiarato che non volevano rischiare il loro denaro.
Tuttavia, gli investitori possono migliorare il loro profilo rischio-rendimento seguendo alcuni semplici accortezze:
- Investire a lungo termine, con un orizzonte temporale superiore ai 5 anni;
- Diversificando, tra azioni, obbligazioni, materie prime e (perché no?) criptovalute;
- Avvalendosi dei servizi di un Consulente Finanziario Indipendente, che viene remunerato dal Cliente e non da una Banca.
La volatilità a breve termine spesso diventa relativamente insignificante se considerata nel contesto di un orizzonte d’investimento a lungo termine. Inoltre, è possibile stare a galla anche durante i crolli di mercato più drammatici se si adotta una visione a lungo termine.
Il market timing a breve termine è spesso un rompicapo anche per gestori di fondi ed economisti esperti. Tuttavia, quando si adotta una visione a lungo termine diversificando i propri investimenti per evitare una sovraesposizione a un particolare tipo di asset, si sostituisce il caso con probabilità matematiche.
Combinando questo con l’abilità di un CFA, ci si allontana ancora di più dal regno delle congetture.
Infatti, i Consulenti Finanziari Indipendenti cercano di ottimizzare le caratteristiche di rischio-rendimento dei loro portafogli investendo selettivamente nelle opportunità più attraenti, evitando parti del mercato che probabilmente agiranno da freno alla performance.
Evitare la prudenza sconsiderata
Un’intolleranza al rischio o un’incapacità di sopportare le perdite è una ragione sensata per evitare gli asset di rischio. Tuttavia, i risparmiatori dovrebbero valutare se è la paura o la ragione che li trattiene.
In un contesto in cui i rendimenti reali in contanti sono costantemente negativi, spostare una parte dei propri risparmi in attività di rischio potrebbe rivelarsi una decisione prudente, che aiuta a soddisfare i requisiti di reddito nel corso del proprio orizzonte d’investimento.
Nel frattempo, permettere all’inflazione di erodere il proprio denaro, lasciandolo in un conto di risparmio a basso tasso, equivale a una prudenza sconsiderata.